Un viaggio lungo millenni.
Una visita al Ghetto ebraico di Roma ci mostra il popolare quartiere in una veste ben diversa da quella originaria. Istituito il 12 luglio 1555 dopo una bolla di Papa Paolo IV Carafa, il “serraglio degli ebrei” inizialmente era dotato di soli due accessi. Le due porte venivano aperte all’alba e chiuse dopo il tramonto.
Origini del Ghetto.
Fino a quel momento la comunità ebraica della Città Eterna aveva vissuto serenamente con il resto della popolazione, sin dal II secolo a.C. I suoi membri si concentravano soprattutto a Trastevere, fino all’anno 1000. Successivamente si trasferirono in massa vicino al Teatro di Marcello, sulla riva sinistra del Tevere. Con la decisione presa dal pontefice, Roma costruì delle mura per delimitare il “ghetto”.
Il termine ha una doppia origine: da “gheto”, ovvero “fonderia” in veneto oppure “ghet” che in ebraico significa “separazione”. Il primo ghetto istituito in Italia fu appunto quello di Venezia, nel 1516, all’interno del quartiere della fonderia.
Regole e divieti.
Durante una piacevole visita al Ghetto ebraico di Roma, scoprirete che Insieme alla segregazione fisica, agli ebrei romani veniva imposto di indossare un segno distintivo – per gli uomini era un cappello. Inoltre veniva vietato di possedere beni immobili ed esercitare attività commerciali diverse dalla vendita di stracci e abiti usati.
Con gli anni il Ghetto crebbe nella sua popolazione, tanto che gli accessi divennero 8.
La fine della segregazione.
Con l’Unificazione d’Italia e la fine del potere papale su Roma nel 1870, il nuovo governo cittadino destituì il Ghetto. Si liberarono così da ogni obbligo o divieto i suoi abitanti. Nel 1888, inoltre, la costruzione dei muraglioni sulle sponde del Tevere mise fine alle frequenti inondazioni della zona. Tracce evidenti sono sulle mura più antiche del Ghetto, grazie ai segni lasciati dal fango. Successivamente iniziò anche la demolizione degli edifici più vecchi e fatiscenti, sostituiti da strade più larghe, piazze e case nuove. È così che arriva ai giorni nostri ed è possibile fruirne durante una visita al Ghetto ebraico di Roma.
Nel 1904 venne inaugurato il Tempio Maggiore, ovvero la grande Sinagoga luogo di preghiera e riferimento culturale della Comunità Ebraica.

Ciò che è accaduto più recentemente è Storia drammatica e indelebile. Il 16 ottobre 1943, infatti, le truppe tedesche della Gestapo rastrellarono 1259 persone tra via di Portico d’Ottavia e dintorni. Oltre mille, tutti ebrei, finirono ad Auschwitz.