Roma Città Aperta (1945)
E’ una delle pellicole che più hanno fatto la Stria del Cinema italiano, simbolo del neorealismo. Roberto Rossellini, con l’apporto nella sceneggiatura anche di Federico Fellini, partorì l’idea del film quando Roma era stata appena liberata dall’occupazione nazifascista. Racconta la storia di Giorgio, Francesco, Pina (Anna Magnani), Lauretta, Marina e di Don Pietro (Aldo Fabrizi), parroco antifascista. Una figura storica che si ispira in toto ai sacerdoti Giuseppe Morosini, ucciso sai nazisti nel 1944 e Pietro Pappagallo, vittima dell’eccidio delle Fosse Ardeatine. Il film si svolge in numerose strade e quartieri della città, appena uscita dalla devastante guerra: piazza di Spagna, via Frattina, Trinità dei Monti. E non solo: vennero sfruttati anche i più periferici Pigneto, Tiburtino, Casilino, l’Eur con vista sul riconoscibilissimo “Colosseo quadrato”. Ed è lungo via Montecuccoli al Pigneto che viene girata la famosissima scena della Magnani che rincorre la camionetta dei tedeschi. A bordo, prigioniero, c’è il fidanzato Francesco. La donna viene falciata da una scarica di mitra davanti agli occhi del figlio e di Don Pietro.